martedì 18 giugno 2013

#01 STORIA - Reaganismo, Libertà e Impero Americano (Parte IV)

ll concetto di Libertà negli anni della Presidenza Reagan e della Seconda Guerra Fredda

1.8 - La Dottrina Reagan: freedom fighters

Gli Stati Uniti e i paesi del Patto Atlantico dichiararono infranti gli equilibri militari tra i due blocchi. La Dottrina Reagan appoggiò tutti i movimenti anticomunisti del mondo, in particolar modo in America Latina – riprendendo il corollario di Roosevelt – e in Medio Oriente, attraverso operazioni coperte organizzate dalla CIA per fornire aiuti economici, consulenze militari e rifornimenti di materiale bellico ai cosiddetti freedom fighters. A questo proposito sono emblematiche le vicende che riguardarono quattro stati, Nicaragua, Grenada e Cile, situati nell’America centro-meridionale, e Afghanistan, ai confini asiatici del grande impero sovietico.

Consapevole della difficile eredità data dalla sconfitta nella lunga guerra del Vietnam, Reagan decise inoltre di impegnare l’esercito americano in operazioni militari brevi, rapide e di facile successo – come ad esempio l’intervento in Libano a Beirut nel periodo 1982-1984 –, che videro il parere favorevole dell’opinione pubblica americana. Gli anni Ottanta rappresentarono un momento acuto di crisi nelle relazioni internazionali. L’ONU, organismo di mediazione nei conflitti, sembrò paralizzato anche nella gestione di crisi di modeste proporzioni come la guerra delle isole Falkland (marzo-giugno 1982) tra Regno Unito e Argentina, e tutti i circuiti di comunicazione internazionali sembravano drammaticamente interrotti.

In Nicaragua i gruppi controrivoluzionari Contras ricevettero aiuti in denaro e armi dalla CIA ai confini con l’Honduras contro il fronte sandista del governo popolare presieduto da Daniel Ortega, il leader del movimento di liberazione. Ciò portò in seguito a diverse investigazioni giornalistiche sul coinvolgimento dell’amministrazione Reagan in queste operazioni che ebbero il culmine nello scandalo Iran-Contras Affair (Irangate), un vero terremoto politico. La politica imperialista in tutto il continente americano – che il governo americano perseguì per impedire che nell’America latina si imponessero movimenti di ispirazione socialista – non si fermò nemmeno di fronte all’affermazione di un governo popolare nella Repubblica di Grenada, la più piccola isola caraibica che Reagan definiva ironicamente “il giardino di Cuba”. Nel 1986 il governo liberamente scelto dai cittadini di Grenada venne abbattuto e sostituito con un altro filoamericano in seguito a un intervento militare diretto. L’egemonia degli Stati Uniti impedì d’altra parte che si accelerassero i processi di democratizzazione di molti stati dominati da dittature militari come quella cilena di Augusto Pinochet, il quale ricevette aiuti economici americani promotori di una politica economica rigorosamente liberista, sotto la guida di esperti e di economisti statunitensi.

In Afghanistan gli Stati Uniti fornirono aiuti diretti ai mujaheddin talebani grazie all’appoggio diretto del Pakistan. L’Afghanistan si trasformò per le truppe sovietiche in qualcosa di simile a ciò che il Vietnam aveva rappresentato per l’esercito americano. In Medio Oriente, la guerra del Golfo Persico tra Iraq e Iran (1980-1988) vide inoltre la collaborazione del governo americano per sconfiggere il Fondamentalismo Islamico, un pericolo allora sottovalutato. In precedenza, la Dottrina Carter (23 gennaio 1980) aveva stabilito che “...an attempt by any outside force to gain control of the Persian Gulf region will be regarded as an assault on the vital interests of the United States of America, and such an assault will be repelled by any means necessary, including military force”. Reagan ratificò un corollario per offrire un supporto all’Arabia Saudita nel caso si presentasse una minaccia alla sicurezza data da un coinvolgimento involontario nel conflitto. Emblematico resta il filmato della visita del 12 dicembre 1983 dell’invitato speciale Donald Rumsfeld a Saddam Hussein e Tareq Aziz e la stretta di mano simbolica con il dittatore iracheno; il regime di Baghdad ricevette il supporto dell’intelligence americano e foto dai satelliti.

1.9 – Un Bilancio Provvisorio

La figura di Ronald Wilson Reagan e il pensiero politico del Reaganismo hanno segnato la Storia degli Stati Uniti negli anni Ottanta e nei decenni successivi. Personaggio rispettato e assunto a modello dai sostenitori repubblicani conservatori, fortemente criticato dagli oppositori democratici, Reagan ha contribuito a riportare al potere le forze neo-conservatrici e a condizionare le politiche economiche e sociali dell’America. Le tradizionali lobby cristiane, il cui potere era andato declinando negli anni Sessanta-Settanta, riguadagnarono influenza. Gli storici e gli studiosi hanno stilato un bilancio provvisorio degli effetti politici, economici e sociali della Reagan Revolution e, molto probabilmente, in futuro si assisterà a riformulazioni, sviluppi e nuovi dibattiti.
Retorica a stelle e strisce: il Presidente Reagan a un comizio elettorale
Il Reaganismo è finito con Ronald Reagan? Alcune ipotesi sostengono che esso sia proseguito negli anni attraverso le amministrazioni di George H. Bush (1989-1993), Bill Clinton (1993-2001) e George W. Bush (2001-2009). A fronte dell’enorme deficit lasciato in eredita da Reagan, Bush padre aumentò considerevolmente le tasse, arrivando a definire la Reaganomics come “l’economia del woodoo”. Il suo avversario e successore Clinton, pur essendo un esponente del Partito Democratico, beneficiò della ripresa economica intrapresa inizialmente da Reagan con il «boom» economico degli anni Novanta nel settore terziario. Bush figlio ha ingaggiato uno staff di consiglieri e collaboratori di prim'ordine ereditati dall’amministrazione Reagan, con una solida esperienza alle spalle. Nel 2003, in occasione dell’intervento militare americano nella guerra in Iraq, Bush ha riproposto i temi e le credenze di matrice conservatrice circa l’appello alla fede, la missione divina e l’appoggio conferitogli da Dio per l’impresa. Qui le somiglianze tra Bush figlio e Reagan sono probabilmente più evidenti; tuttavia occorrerebbe un approfondimento in tal senso in altra sede.

In conclusione, l’idea e la concezione reaganiana di libertà sul discorso pubblico americano non si limita esclusivamente agli anni Ottanta ma rivela, come abbiamo visto, un’estensione in avanti e un’implicazione a lungo termine nello scenario americano ben oltre gli anni della cosiddetta Reagan Revolution e della Presidenza Reagan in senso stretto.

Bibliografia

Monografie e Saggi

   DEL PERO Mario, Libertà e Impero: gli Stati Uniti e il mondo 1776-2006 
        (Bari-Roma: Editori Laterza, 2008).

   FONER Eric, The Story of American Freedom (New York: W.W. Norton, 1998).

   GIMELLO-MESPLOMB Frédéric, Le Cinéma des Années Reagan: un modèle
        hollywoodien?
(
Paris: Nouveau Monde Éditions, 2007). 

   ROMERO Federico, Storia della Guerra Fredda – l’ultimo conflitto per l’Europa 
        (Torino: Giulio Einaudi Editore, 2009).

   TOURING CLUB ITALIANO, Storia Visuale del Mondo (Milano: Touring Editore Srl, 2005).

Documentari televisivi

   Correva l’Anno: Speciale Guerra Fredda – Ronald Reagan, a cura di Tiziana Pellegrini, 
        Editoriale di Paolo Mieli, puntata trasmessa giovedì 21 dicembre 2006, RAI.it 

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