ll concetto di Libertà negli anni della Presidenza Reagan e della Seconda Guerra Fredda
1.8 - La Dottrina Reagan: freedom
fighters
Gli Stati Uniti e i
paesi del Patto Atlantico dichiararono infranti gli equilibri militari tra i
due blocchi. La Dottrina Reagan appoggiò tutti i movimenti anticomunisti del
mondo, in particolar modo in America Latina – riprendendo il corollario di
Roosevelt – e in Medio Oriente, attraverso operazioni coperte organizzate dalla
CIA per fornire aiuti economici, consulenze militari e rifornimenti di
materiale bellico ai cosiddetti freedom fighters. A questo proposito
sono emblematiche le vicende che riguardarono quattro stati, Nicaragua, Grenada
e Cile, situati nell’America centro-meridionale, e Afghanistan, ai confini
asiatici del grande impero sovietico.
Consapevole della
difficile eredità data dalla sconfitta nella lunga guerra del Vietnam, Reagan
decise inoltre di impegnare l’esercito americano in operazioni militari brevi,
rapide e di facile successo – come ad esempio l’intervento in Libano a Beirut
nel periodo 1982-1984 –, che videro il parere favorevole dell’opinione pubblica americana. Gli anni Ottanta
rappresentarono un momento acuto di crisi nelle relazioni internazionali. L’ONU, organismo di
mediazione nei conflitti, sembrò paralizzato anche nella gestione di crisi di
modeste proporzioni come la guerra delle isole Falkland (marzo-giugno 1982) tra Regno
Unito e Argentina, e tutti i circuiti di comunicazione internazionali
sembravano drammaticamente interrotti.
In Nicaragua i gruppi
controrivoluzionari Contras ricevettero aiuti in denaro e armi dalla CIA ai
confini con l’Honduras contro il fronte sandista del governo popolare
presieduto da Daniel Ortega, il leader del movimento di liberazione. Ciò portò
in seguito a diverse investigazioni giornalistiche sul coinvolgimento
dell’amministrazione Reagan in queste operazioni che ebbero il culmine nello
scandalo Iran-Contras Affair (Irangate), un vero terremoto politico. La
politica imperialista in tutto il continente americano – che il governo americano perseguì per impedire che
nell’America latina si imponessero movimenti di ispirazione socialista – non si
fermò nemmeno di fronte all’affermazione di un governo popolare nella
Repubblica di Grenada, la più piccola isola caraibica che Reagan definiva
ironicamente “il giardino di Cuba”. Nel 1986 il governo liberamente scelto dai
cittadini di Grenada venne abbattuto e sostituito con un altro filoamericano in
seguito a un intervento militare diretto. L’egemonia degli Stati Uniti impedì
d’altra parte che si accelerassero i processi di democratizzazione di molti
stati dominati da dittature militari come quella cilena di Augusto Pinochet, il
quale ricevette aiuti economici americani promotori di una politica economica
rigorosamente liberista, sotto la guida di esperti e di economisti
statunitensi.
In Afghanistan gli
Stati Uniti fornirono aiuti diretti ai mujaheddin talebani grazie all’appoggio
diretto del Pakistan. L’Afghanistan si trasformò per le truppe sovietiche in
qualcosa di simile a ciò che il Vietnam aveva rappresentato per l’esercito
americano. In Medio Oriente, la guerra del Golfo Persico tra Iraq e Iran
(1980-1988) vide inoltre la collaborazione del governo americano per
sconfiggere il Fondamentalismo Islamico, un pericolo allora sottovalutato. In
precedenza, la Dottrina Carter (23 gennaio 1980) aveva stabilito che “...an attempt by any outside force to gain control of the Persian
Gulf region will be regarded as an assault on the vital interests of the United
States of America, and such an assault will be repelled by any means necessary,
including military force”. Reagan
ratificò un corollario per offrire un supporto all’Arabia Saudita nel caso si
presentasse una minaccia alla sicurezza data da un coinvolgimento involontario
nel conflitto. Emblematico resta il filmato della visita del 12 dicembre 1983
dell’invitato speciale Donald Rumsfeld a Saddam Hussein e Tareq Aziz e la
stretta di mano simbolica con il dittatore iracheno; il regime di Baghdad ricevette il supporto dell’intelligence americano e foto
dai satelliti.
1.9 – Un Bilancio Provvisorio
La figura di Ronald
Wilson Reagan e il pensiero politico del Reaganismo hanno segnato la Storia
degli Stati Uniti negli anni Ottanta e nei decenni successivi. Personaggio
rispettato e assunto a modello dai sostenitori repubblicani conservatori,
fortemente criticato dagli oppositori democratici, Reagan ha contribuito a
riportare al potere le forze neo-conservatrici e a condizionare le politiche
economiche e sociali dell’America. Le tradizionali
lobby cristiane, il cui potere era andato declinando negli anni
Sessanta-Settanta, riguadagnarono influenza. Gli storici e gli studiosi hanno stilato un bilancio provvisorio degli
effetti politici, economici e sociali della Reagan Revolution e, molto
probabilmente, in futuro si assisterà a riformulazioni, sviluppi e nuovi
dibattiti.
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Retorica a stelle e strisce: il Presidente Reagan a un comizio elettorale |
Il Reaganismo è finito
con Ronald Reagan? Alcune ipotesi sostengono che esso sia
proseguito negli anni attraverso le amministrazioni di George H. Bush
(1989-1993), Bill Clinton (1993-2001) e George W. Bush (2001-2009). A fronte
dell’enorme deficit lasciato in eredita da Reagan, Bush padre aumentò
considerevolmente le tasse, arrivando a definire la Reaganomics come
“l’economia del woodoo”. Il suo
avversario e successore Clinton, pur essendo un esponente del Partito
Democratico, beneficiò della ripresa economica intrapresa inizialmente da
Reagan con il «boom» economico degli anni Novanta nel settore terziario. Bush
figlio ha ingaggiato uno staff di consiglieri e collaboratori di prim'ordine
ereditati dall’amministrazione Reagan, con una solida esperienza alle spalle.
Nel 2003, in occasione dell’intervento militare americano nella guerra in Iraq,
Bush ha riproposto i temi e le credenze di matrice conservatrice circa
l’appello alla fede, la missione divina e l’appoggio conferitogli da Dio per
l’impresa. Qui le somiglianze tra Bush figlio e Reagan sono probabilmente più
evidenti; tuttavia occorrerebbe un approfondimento in tal senso in altra sede.
In conclusione, l’idea
e la concezione reaganiana di libertà sul discorso pubblico americano non si
limita esclusivamente agli anni Ottanta ma rivela, come abbiamo visto,
un’estensione in avanti e un’implicazione a lungo termine nello scenario
americano ben oltre gli anni della cosiddetta Reagan Revolution e della
Presidenza Reagan in senso stretto.
Bibliografia
Monografie e Saggi
DEL PERO Mario, Libertà e Impero: gli Stati Uniti e il mondo 1776-2006
(Bari-Roma: Editori Laterza, 2008).
FONER Eric, The Story of American Freedom (New York: W.W. Norton, 1998).
GIMELLO-MESPLOMB Frédéric, Le Cinéma des Années Reagan: un modèle
hollywoodien? (Paris: Nouveau Monde Éditions, 2007).
hollywoodien? (Paris: Nouveau Monde Éditions, 2007).
ROMERO Federico, Storia della Guerra Fredda – l’ultimo conflitto per l’Europa
(Torino: Giulio Einaudi Editore, 2009).
TOURING CLUB ITALIANO, Storia Visuale del Mondo (Milano: Touring Editore Srl, 2005).
Documentari televisivi
Correva l’Anno: Speciale Guerra Fredda – Ronald Reagan, a cura di Tiziana Pellegrini,
Editoriale di Paolo Mieli, puntata trasmessa giovedì 21 dicembre 2006, RAI.it
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