giovedì 13 giugno 2013

#01 STORIA - Reaganismo, Libertà e Impero Americano (Parte I)

Il concetto di Libertà negli anni della Presidenza Reagan e della Seconda Guerra Fredda

1.1 - Contestualizzazione storica: gli anni Ottanta del Reaganismo

La crisi economica dei tardi anni Settanta ebbe l’effetto in Occidente di riportare al potere le forze conservatrici, rimaste minoritarie nei decenni precedenti. Il ritorno a un clima di tensione internazionale tra USA e URSS aprì una nuova fase nei rapporti diplomatici tra le due superpotenze e i rispettivi blocchi, la Seconda Guerra Fredda

La storia degli anni Ottanta venne segnata da due figure politiche di enorme rilevanza internazionale. Nel marzo 1979, in seguito alle elezioni generali nel Regno Unito, Margaret Hilda Roberts Thatcher (1925-2013), detta la Lady di Ferro, assunse la carica di primo ministro, un incarico ufficiale che manterrà nei successivi 11 anni fino alle dimissioni nel novembre 1990 e al passaggio dei poteri a John Major. Per la prima volta nella storia del Regno Unito tale carica veniva conferita a una donna. I conservatori (tories) manterranno la maggioranza politica nei due decenni successivi fino alla vittoria di Tony Blair (New Labour Party) nel 1997.

Nel novembre 1980, il repubblicano Ronald Wilson Reagan (1911-2004), in precedenza 33° Governatore dello Stato della California (1967-1975), venne eletto 40° Presidente degli Stati Uniti d’America succedendo al democratico Jimmy Carter (1977-1981) alla guida della Casa Bianca. A 69 anni Reagan fu il più anziano presidente eletto a ricoprire tale incarico. La Presidenza Reagan, riconfermata a larga maggioranza nelle elezioni presidenziali del 1984, proseguì sino al termine del secondo mandato, quando gli succedette il vicepresidente George H. Bush (1989-1993).

Ronald Reagan (1911-2004)
Gli anni Ottanta furono il decennio del Reaganismo. L’imponente figura carismatica e il pensiero politico neo-conservatore di Ronald Reagan condizionarono a lungo termine le vicende politiche, economiche e sociali degli Stati Uniti negli anni seguenti, oltre a determinare una nuova fase in politica estera nel panorama delle relazioni internazionali che ebbe il culmine nella conclusione della Guerra Fredda, la fine del bipolarismo USA-URSS e il crollo del Muro di Berlino nel 1989.

Questo saggio introduttivo intende proporre una definizione del concetto di libertà (freedom) nella politica neo-conservatrice americana durante gli anni dell’amministrazione Reagan. Approfondiremo la lettura reaganiana del concetto di libertà in termini generali quanto essenziali. Particolare attenzione verrà dedicata al primo mandato presidenziale (1981-1985) in cui vennero definite le linee generali della politica conservatrice proseguita nel corso del secondo mandato (1985-1989) pur con differenze sostanziali, in particolar modo in termini di politica estera nei rapporti tra le due superpotenze.

1.2 - Conservative Freedom

A partire dagli anni Cinquanta il concetto di freedom – termine onnipresente nella retorica statunitense – per la nuova destra conservatrice si è esteso sostanzialmente in due ambiti: primato del libero mercato grazie a una politica economica di tipo liberalista (laissez-faire) –che comportò una drastica riduzione del ruolo del governo nei rapporti commerciali e nella vita della società – e un anticomunismo convinto contro l’espansionismo sovietico. Il libero mercato rappresenta la massima espressione della libertà economica in una logica capitalista. Il primato della moneta e dell’homo oeconomicus – individualista, razionale e preciso – procede di pari passo con l’ascesa di una nuova borghesia e di una nuova classe imprenditoriale. L’uomo libero costruisce da sé il proprio avvenire determinando il proprio successo personale attraverso il duro lavoro grazie a una benedizione divina. I cristiani conservatori vedono nella lettura della parola di Dio nell’Antico e nel Nuovo Testamento una giustificazione per legittimare il Capitalismo e la libera impresa. Un discorso estremamente complesso e in gran parte contradditorio che include al suo interno la divisione sociale in classi, il ruolo della donna e la segregazione razziale degli afro-americani. 

Durante la campagna elettorale 1968 Richard Nixon, fautore dello slogan “law and order”, aveva appoggiato gli ideali conservatori ma, tramite la realpolitik di Henry Kissinger, si dimostrò favorevole al dialogo con l’Unione Sovietica e la Cina aprendo la fase della distensione. Nixon e 
i suoi immediati successori non erano gli uomini giusti per realizzare le aspirazioni dei conservatori. L’immagine del presidente USA era stata danneggiata dallo scandalo Watergate. L’uomo giusto per realizzare la svolta del ritorno dei conservatori al potere era proprio Ronald Reagan. 


1.3 - Da Hollywood alla Casa Bianca: Ronald Reagan (1911-2004), l’ultimo cowboy

Personaggio popolare conosciuto attraverso il mondo dello spettacolo sul grande schermo, ex-attore di film spesso catalogati di “serie b”, Ronald Reagan era stato in passato leader del movimento sindacale degli attori a Hollywood. Compagno di John Wayne sul set cinematografico, i due attori condividevano la stessa visione per la loro nazione, quella di un’America forte lontana dal viale del tramonto. I coniugi Ronald e Nancy Reagan – moglie di seconde nozze – prestarono la loro immagine in qualità di famiglia modello per la pubblicità televisiva in pieno «boom» economico degli anni Sessanta. Il volto familiare dell’attore californiano era entrato nelle case dei cittadini americani attraverso la televisione nelle pubblicità e nelle promozioni di note marche di tabacchi, prodotti casalinghi, mobili, elettrodomestici. Reagan iniziò la sua carriera politica nel Partito Democratico ma ben presto le sue idee politiche prenderanno una svolta definitiva con il passaggio al Partito Repubblicano e alla destra conservatrice. Ronald Reagan divenne Governatore della California e fu candidato alle elezioni presidenziali nel 1968 e 1976, risultando perdente alle votazioni primarie nel confronto diretto con Richard Nixon e Gerard Ford. Il suo stile oratorio semplice, colloquiale e diretto verso il pubblico e la sua immagine nota dati i trascorsi cinematografici gli permisero di guadagnare consensi tra gli americani e di preparare la prossima candidatura. Reagan “the Gipper” era soprannominato appunto “il grande comunicatore”.

Ronald e Nancy Reagan alla cerimonia di inaugurazione della nuova presidenza (20 gennaio 1981)
Nel 1980 alle elezioni primarie del Partito Repubblicano Ronald Reagan riuscì a prevalere su George H. Bush, ex-direttore della CIA, dopo un acceso duello. Reagan avrebbe proposto a Ford di candidarsi insieme a lui per la presidenza, ma dopo la rinuncia dell’ex-presidente il californiano fu costretto a scegliere Bush padre per la corsa alla Casa Bianca malgrado diverse divergenze ideologiche. Il dibattito televisivo in diretta mondiale tra il candidato Ronald Reagan e il presidente in carica Jimmy Carter vide prevalere nettamente lo sfidante, forte della promessa di riaffermare il primato politico, economico e militare degli Stati Uniti guardando con fiducia e ottimismo al futuro. Alle accuse del presidente in carica il californiano rispose con la celebre frase “there you go again” lasciando di stucco l’avversario. Il 4 novembre 1980 l’accoppiata repubblicana Reagan-Bush prevalse con grande vantaggio sui rivali democratici Carter-Mondale e sull’indipendente Anderson vincendo di larga misura nella maggior parte degli stati e ottenendo i voti dei grandi elettori.


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